App per smartphone, Google, iTunes, Amazon e Gameloft sotto il mirino dell'Antitrust

L'Antitrust ha aperto un'istruttoria su queste società per le app gratuite che nascondono costi invisibili

App per smartphone, Google, iTunes, Amazon e Gameloft sotto il mirino dell'Antitrust

Oggi avere una connessione dati per uno smartphone con una rete 3G o 4G è un requisito indispensabile per godersi al meglio i vantaggi delle nuove tecnologie e inoltre basta mettere le tariffe di Vodafone a confronto con quelle di Wind o altri operatori per trovare la soluzione più vantaggiosa.

Allo stesso modo, è possibile trovare uno smartphone in abbinamento alla tariffa, pratica che rende la tecnologia ancora più accessibile. Inoltre, ci sono talmente tante app gratuite che possiamo installare sul nostro dispositivo da rendere l'investimento davvero conveniente.

Una recente decisione dell'Antitrust, però, ci avverte sulle app gratuite, soprattutto quelle dedicate ai giochi. Molte di queste app, infatti, appaiono gratuite, ma hanno al loro interno dei costi fantasma che non sempre sono chiari all'utente.

Per questo motivo l'Antitrust ha avviato un'istruttoria su Google, iTunes della Apple, Amazon e Gameloft per verificare la sussistenza di pratiche commerciali scorrette per quelle applicazioni che prevedono i cosiddetti acquisti in-app.

Ma che significa? Scarichiamo un gioco, che magari ci appassiona anche, fin quando non scopriamo che per andare avanti oltre un certo livello dobbiamo acquistare dei componenti aggiuntivi. L'acquisto avviene tramite la moneta virtuale del gioco, ma per poterla ottenere è necessario acquistarla con soldi veri.

Le motivazioni che hanno spinto l'Antitrust a indagare sono soprattutto il fatto che spesso questi giochi sono destinati ai bambini e, data la presunta gratuità dell'app, potrebbero essere più inclini a insistere con i genitori all'acquisto di questi componenti aggiuntivi. E questo, secondo le AACC, sarebbe una pratica commerciale aggressiva ai danni di minori.

Inoltre, si tratterebbe di pratiche scorrette in quanto non è da subito chiara la non completa gratuità del gioco. Nella maggior parte dei casi, poi, mancano le informazioni sugli strumenti per limitare gli acquisti in-app, che possono essere compiuti anche inavvertitamente poiché, dopo una spesa effettuata dallo store, per un certo lasso di tempo potremmo continuare a spendere senza bisogno di inserire nuovamente la password di sicurezza.

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