Quando Facebook può costare caro, anche un posto di lavoro

Crisi e disoccupazione, anche Facebook ha le sue colpe. Ecco i risultati dell'indagine di On Device Research

Quando Facebook può costare caro, anche un posto di lavoro

Disoccupazione galoppante e mercato del lavoro che ristagna. Un quadro preoccupante che si inserisce in un più ampio scenario di crisi economica che interessa non solo l'Italia, ma molti Paesi a livello internazionale. E come se non bastasse ad aggravare la situazione, un giovane su dieci non riesce a trovare un'occupazione a causa del suo profilo presente in internet sui social network.

Lo dice lo studio condotto della società specializzata in ricerche nel settore mobile, On Device Research, da agosto 2012 a maggio 2013, che ha valutato l'impatto dei social media sulla carriera lavorativa. Lo studio si basa sul Young People's Consumer Confidence (Ypcc) Index, un indice che copre 6.000 utenti di telefonia mobile compresi tra i 16 e i 34 anni di sei Paesi diversi (Brasile, India, Cina, Gran Bretagna, Usa e Nigeria).

Il Paese dove è maggiore l'influenza dell'immagine online? La Cina: circa il 14%-16% degli intervistati ha detto di aver perso un lavoro a causa di quello che aveva scritto sui propri social media. Eppure la maggioranza, circa due terzi, non si preoccupa che una certa noncuranza nell'uso dei social media possa influenzare negativamente la loro carriera lavorativa.

Sarebbe necessario quindi ricordare che, secondo un'altra indagine, questa volta realizzata dall'azienda di recruitment Hays, i social network stanno assumendo anche in Italia un ruolo di primo piano nella selezione di nuove figure da inserire nelle aziende. Un numero sempre maggiore di candidati viene infatti reclutato da aziende e grandi società di selezione italiane facendo ricorso alla rete. Una pratica ormai diffusa soprattutto in Gran Bretagna e Usa.

E allora cosa fare? Cancellare il proprio account e non pensarci più? Nient'affatto. A tal proposito il sito Business Insider ha stilato dieci consigli per scegliere al meglio la "profile picture", dal momento che nell'era di Facebook e LinkedIn, anch'essa può avere un ruolo di primo piano nel processo di selezione da parte delle aziende. Ecco i dieci consigli, prendete nota:

1. Non prendetevi troppo sul serio: mostrate un po' di personalità e sorridete.

2. Attenzione all'uso di Photoshop: se è un piccolo ritocco va bene, ma sarebbe meglio non calcare la mano.

3. Non importa quanto siete venuti bene: niente immagini ritagliate da foto di gruppo in cui compaiono parti del corpo di altre persone.

4. L'illuminazione è fondamentale: se la foto è scattata all'esterno, evitare l'orario di mezzogiorno, quando la luce è troppo forte. Per gli interni invece, meglio scattare la foto vicino a una finestra, in modo da mischiare luce naturale e artificiale.

5. Occhio all'inquadratura: le linee dell'orizzonte devono essere dritte e sarebbe meglio evitare oggetti che distolgano l'attenzione dal ritratto.

6. Sono ammessi sfondi neutri come un muro bianco o un albero, che facciano risaltare il soggetto.

7. No a magliette con scritte o colori troppo accesi: meglio tinte unite e toni tenui.

8. Niente completo, meglio indossare qualcosa che metta in luce il proprio stile (professionale).

9. Un fotografo professionista potrebbe essere quello che vi serve.


10. Aggiornare la foto regolarmente, in media una volta all'anno, anche a seconda di eventuali cambiamenti nella propria carriera lavorativa.

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