Arriva Twesume: il curriculum in un Tweet

La tendenza del Twesume impazza oltreoceano, come si evince da un recente articolo del Wall Street Journal.

Arriva Twesume: il curriculum in un Tweet

Ormai tutti conoscono e hanno il curriculum vitae, diventato d'obbligo per trovare qualsiasi lavoro, considerato il biglietto da visita e la presentazione per intraprendere qualsiasi professione, infatti data l'importanza del Cv vincente, ci sono addirittura corsi di preparazione o manuali di istruzioni per la corretta compilazione, o almeno c'erano prima dell'arrivo diTwesume, ossia il curriculum nei 140 caratteri di un Tweet.

L'avvento di internet e dei social network ha trasformato oltre che i rapporti sociali e umani, anche il mondo del lavoro; infatti i social network, a partire da Linkedin, a Facebook fino ad arrivare a Twitter hanno trasformato oltre il modo di cercare lavoro, di farsi conoscere e di accreditarsi nel mondo del lavoro, anche il modo di presentarsi, in soli 140 caratteri con lo Twesume, ovvero "Twitter" e "resume", (curriculum in inglese) il curriculum per il social recruting, adatto a tutti coloro che amano la sintesi.

La vita virtuale diventata parte integrante della vita reale ha rivoluzionato anche il settore del business search, ormai infatti migliaia di aziende di ogni settore sono online, permettendo la creazione diretta di rapporti tra gli individui anche a distanza, con un flusso maggiore di informazioni e relazioni, rivoluzionando così la ricerca del lavoro, a svantaggio di tutte le agenzie interinali, attraverso il social recruting, che sull'onda della trasformazione ha soppiantato il vecchio curriculum professionale cartaceo, in un Tweet di 140 caratteri, attraverso cui si può descrivere chi si è, i propri interessi e le competenze.

Oltre alla trasformazione della ricerca del lavoro attraverso le piattaforme lavorative dei social recruting e il Twesume, a disposizione di tutte le aziende del mondo, sembra acquisire una importanza sempre maggiore la reputazione online dell'utente, in base ai suoi "link", o agli "share", ma soprattutto in base ai "follone", che potrebbe diventare ben presto un requisito indispensabile, al pari di un titolo di studio, per essere presi in considerazione per una determinata posizione lavorativa.

Rimane soltanto da chiederci se la tendenza del social business network, che sta impazzando oltreoceano quando arriverà anche in Italia, se riuscirà almeno in parte risolvere il problema del lavoro e della disoccupazione giovanile nel Paese Italico.

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